Trattori a guida autonoma: ci sono problemi per la sicurezza?
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Trattori a guida autonoma: ci sono problemi per la sicurezza?

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I trattori a guida autonoma rappresentano la prossima frontiera evolutiva. Il tema della sicurezza operativa di un mezzo che lavora senza il controllo diretto umano è fortemente dibattuto. Ma c’è un rischio reale per la sicurezza operativa? Scopriamolo insieme nell'articolo di oggi.

I trattori a guida autonoma sono potenzialmente pronti per una produzione in serie. Molti brand nei prossimi anni lanceranno nuove gamme di mezzi agricoli autonomi che potranno preparare il letto di semina, seminare o distribuire i fertilizzanti e fitofarmaci senza nessuno al volante, aiutando a risolvere sia la cronica carenza di manodopera, sia la mancanza di operatori formati e specializzati, problema di non poco conto, vista la progressiva tendenza all’abbandono del lavoro agricolo specializzato da parte delle nuove generazioni. Per anni agli imprenditori agricoli europei è stato ripetuto che la tecnologia autonoma stava crescendo e che i veicoli a guida autonoma erano pronti ad essere lanciati sul mercato. Ora i tempi sembrano essere, almeno in teoria, maturi; sicuramente più in campo aperto, visto che la possibilità di vederli circolare sulle strade asfaltate per ora è improbabile, soprattutto per una regolamentazione che non è stata ancora varata. Sono già presenti, in realtà agricole nordamericane, trattori di alta potenza da 14 tonnellate che lavorano giorno e notte senza nessuno seduto in cabina o anche solo nelle vicinanze che stanno segnando l'inizio dell'era agricola a meccanizzazione autonoma.

 
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Sviluppo costante di molti anni

Questo sviluppo segue uno sforzo durato più di un decennio da parte di alcuni dei maggiori produttori di mezzi agricoli al mondo e rappresenta una pietra miliare per i sostenitori dell'automazione, che da anni attendono il grande debutto di questa tecnologia. E c’è da credere a chi sostiene che, se sono i grandi colossi dell’agromeccanica a tracciare le nuove tendenze, presto tutti i produttori di trattori si attiveranno per iniziare a rendere queste tecnologie fruibili dagli utenti finali.

 
Incognita dei costi di acquisto ed esercizio
I player della tecnologia trattoristica robotizzata non si sono ancora espressi circa il costo medio di un trattore autonomo. Si stima che i costi dei nuovi sistemi di gestione autonoma si aggiungeranno a quelli di un trattore premium tradizionale, ma che una parte di questi verrà compensata dalla semplificazione tecnica, come l’eliminazione delle cabine di guida, che nel lungo periodo diventeranno superflue.
La reticenza umana verso l’autonomo
Negli ultimi dieci anni, il tanto discusso debutto dei veicoli industriali autonomi, come i truck, su strade e autostrade è stato più volte rinviato. Questo poiché si è ritenuto, soprattutto a livello governativo e politico, che non fossero ancora garantite la sicurezza degli altri veicoli e dei pedoni. Per i trattori agricoli il discorso è però leggermente diverso. Non devono gestire la presenza di altri veicoli, pedoni o le complessità di un contesto di circolazione stradale. I trattori possono utilizzare flussi di dati GPS, satellitari o di sensori e radar in maniera costante e a differenza delle auto non rischiano di perdere i segnali guida a causa di un passaggio attraverso tunnel o tra edifici alti. Nei campi, soprattutto quelli più estesi, non c’è rischio che il trattore incontri passaggi pedonali o ostacoli che possano causare cambi di traiettoria improvvisi. Inoltre, si parla di mezzi che operano a velocità basse, non superiori ai 20 km/h. I trattori moderni sono già dotati di guide GPS che gestiscono sterzate e svolte, garantendo un'aratura, una semina e un raccolto ottimali. Utilizzano anche flussi di dati in tempo reale per adattarsi alle condizioni del suolo, alla quantità di fertilizzante applicata o ad altri fattori. In pratica, un trattore autonomo ha tutti i requisiti tecnologici e le condizioni ambientali per permettere agli agricoltori di agganciare un attrezzo, avviare il ciclo operativo con un tocco sullo smartphone e lasciarlo lavorare nel campo in totale autonomia.
L’occhio elettronico contro quello umano

I trattori senza conducente sono dotati di telecamere che funzionano come occhi umani e forniscono una visione a 360 gradi. Filtrate tramite algoritmi specifici, le immagini permettono al trattore di determinare la sua posizione nel campo e di fermarsi bruscamente in presenza di una qualsiasi anomalia sul suo percorso.

 
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Perfetti per l’agricoltura estensiva e non parcellizzata

Soprattutto in Francia e Germania (per non parlare degli sconfinati appezzamenti Oltreoceano) gli agricoltori spesso coltivano su lotti diversi distanti chilometri; quindi, mentre il trattore lavora un terreno, l'agricoltore può lavorare in un altro, o dedicarsi ad altre attività aziendali, annullando tra l’altro il problema della ripetitività della maggior parte delle operazioni in campo. Il passaggio a trattori sempre più sofisticati fa parte di un trend che enfatizza tutte le operazioni (come la semina, la fertilizzazione e il raccolto) da eseguirsi in finestre di tempo ristrette bypassando, tra l’altro, il problema dell’entrata in campo repentina di quando le condizioni operative diventano di nuovo ottimali (ad esempio dopo un periodo di piogge intense).  La nuova tecnologia può aiutare gli agricoltori a completare il lavoro quando le temperature del suolo e dell'aria sono corrette, ad esempio, prima di un eventuale temporale, a vantaggio di una maggior successo delle produzioni con una resa colturale incrementata. Si abbattono così drasticamente le implicazioni economiche dovute alla tempistica di intervento per molte operazioni colturali. 

 
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Il trattore autonomo non sarà subito per tutti
Come qualsiasi tipo di nuova tecnologia evoluta, è impensabile che il trattore autonomo possa essere avvicinabile dalla maggior parte degli agricoltori. Sussistono dei limiti di accesso alla tecnologia che ne rallenteranno sicuramente la diffusione. I costi di acquisto in primis che spingeranno molti agricoltori ancora per molti anni a lavorare il terreno in via tradizionale. A questo si aggiungono tematiche infrastrutturali (ad esempio la copertura del 5G in campagna) o a quelle di formazione di operatori qualificati che possano gestire una flotta operante in un sistema aziendale gestibile in remoto.
La responsabilità legale

Uno degli svantaggi principali delle macchine autonome per l'agricoltura è la responsabilità legale. A differenza dei robot industriali, le macchine agricole devono comunque lavorare in ambienti in cui non è escludibile in assoluto la presenza umana o di animali. E, seppur ogni anno gli incidenti sul lavoro interessano trattori e attrezzature tradizionali con conducente, il paradosso che colpisce i mezzi autonomi è la percezione che l'incidente possa essere stato in parte causato dalla mancanza di un umano che possa intervenire bloccando il veicolo. Se le attrezzature autonome diventassero disponibili commercialmente, le compagnie assicurative probabilmente insisterebbero affinché fosse presente il conducente umano, anche solo per bloccare la macchina in caso di malfunzionamento, annullando dall’altro lato i benefici di un veicolo in grado di lavorare in autonomia 24 ore su 24 senza una cabina di guida. La questione della responsabilità è legata all’accettazione della tecnologia da parte della politica e del pubblico. Ogni nuova tecnologia incontra difficoltà ad essere accettata, soprattutto quando porta grandi cambiamenti alle abitudini consolidate o sembra comportare rischi fisici per la sicurezza. 

 
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L’umano darà fiducia ai mezzi agricoli autonomi?

Col tempo, probabilmente sì, ma forse solo dopo aver richiesto una serie di misure di sicurezza. Oltre alla presenza di un operatore per controllare l’attività della macchina, potrebbero essere richiesti paletti legali (e di fatto...), ovvero che terreni lavorati con attrezzature a controllo automatico debbano essere recintati e interdetti all’accesso umano. Questo in attesa che subentri nuovamente la tecnologia ad aumentare gli standard di sicurezza. Sono giù allo studio sensori e controlli evoluti che permetterebbero al mezzo di gestire blocchi e malfunzionamenti autonomamente. Tuttavia, non avremo mai un sensore per ogni possibile problema; una presenza umana periodica nel campo sarà probabilmente necessaria nel prossimo futuro. L'evoluzione dei trattori a guida autonoma rappresenta una sfida affascinante per il mondo agricolo, ricca di opportunità e interrogativi. Per approfondire questi temi e rimanere aggiornato sulle ultime novità, continua a seguirci sul nostro blog! 

 

 

 
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